Benvenuti nel blog di IdV Gualtieri

Lo scopo di questo blog è di dare la possibilità, a chi non ci conosce personalmente, di segnalarci situazioni particolari sul territorio ed eventualmente suggerirci migliorie da realizzare. Inoltre vorremmo trattare avvenimenti politici a carattere nazionale ed internazionale, condividendoli con tutti coloro che lo vorranno.

venerdì 16 ottobre 2009

AIUTO PER GLI AMMALATI MENTALI


Oggi vogliamo porre all'attenzione dei nostri visitatori un tema "scottante"che riteniamo debba essere affrontato senza remore; il tema riguarda le persone che soffrono di disturbi psichici.

I casi di follia sono in aumento in tutto l'Occidente, soprattutto fra i giovani, a causa della vita stressante, quasi "disumana" che conduciamo.

Alcuni psichiatri, sostengono che la 180 detta anche "legge Basaglia" dal nome del suo ispiratore, che nel 1979 cancellò i manicomi, non ha funzionato perché non è stata applicata.

Noi pensiamo che tale legge abbia dei limiti. La teoria di base della legge è che "il malato di mente è un malato come tutti gli altri". Poi nel corso degli anni ci si è accorti che non è del tutto vero. Per anni i cosiddetti "psichiatri democratici" si sono opposti alla creazione di strutture permanenti ma di dimensioni limitate definendole minimanicomi.

La riforma voluta da Basaglia è sicuramente da ritenersi incompleta. Le strutture di risocializzazione, quando non mancano, non funzionano a causa dell'insufficienza di personale specializzato.
Quando esistevano i manicomi erano in centomila gli ospiti che ne riempivano le stanze. Oggi sono più di 300mila gli interventi su pazienti psichiatrici negli ospedali. Spesso si tratta di giovani, single e disoccupati. Disperati e a volte aggressivi con se stessi e con chi li assiste. L’Istituto superiore della sanità ha individuato nel maschio di età media il paziente più turbolento che staziona anche per mesi nei dipartimenti di salute mentale. Uno studio su un corposo numero di degenti ha messo in evidenza due aspetti. Il tre per cento di questi pazienti si comporta in modo aggressivo, si limita a scoppi verbali di ira. E così la degenza nei reparti psichiatrici, che mediamente dovrebbe durare 20 giorni, si dilata fino a superare i tre mesi e diventa una forma di salvaguardia sociale. L’uscita dall’ospedale, però, è ancora più traumatica; la rete di assistenza che dovrebbe curare questi malati e reinserirli lentamente nella società è carente.
Non si fa tutto il possibile per proteggere i malati psichiatrici da loro stessi e chi gli sta attorno.
L’impianto della legge 180 potrebbe essere considerato buono: le urgenze in ospedale, gli ambulatori per fare regolari visite, cure e sorvegliare. Poi ci si ferma lì.
Non sempre sono presenti sul territorio ambienti stimolanti dove si possa avviare un processo di risocializzazione. Sono cure lunghe che non si possono fare in ambulatorio, vanno praticate in ambienti altamente specializzati, confortevoli e non di tipo repressivo. E tutto questo non è stato fatto. Con la conseguenza che i pazienti psichiatrici vengono lasciati in balia di se stessi e si possono ritrovare per strada alla stregua dei barboni, abbandonati dalla famiglia che non riesce a gestirli. E purtroppo molti di loro sono giovani.
Un malato non curato può diventare più pericoloso; la mancanza di cure e di riabilitazione può cronicizzare la malattia e questo può incidere anche sulla pericolosità.

Un nostro simpatizzante ci ha inviato un interessante contributo riguardante il tema in oggetto:

"Nel distretto della Bassa Reggiana non esiste un vero e proprio centro diurno per chi ha problemi psichici. Per questo motivo vorrei che i nostri rappresentanti ponessero la questione nel consiglio dell'unione dei comuni. Il problema non è da sottovalutare, perchè purtroppo le persone colpite da malattie mentali sono in aumento. Si rende perciò indispensabile un luogo dove queste persone si possano incontrare per socializzare, pranzare insieme, fare dei lavoretti in un laboratorio. Oltre a creare un diversivo alla loro solita routine, può alleviare la tensione dei loro famigliari. Ci sono due centri diurni nel distretto della Montagna, uno a San Polo, uno a Scandiano, uno a Correggio e svariati a Reggio Emilia. A Guastalla, invece di ampliarlo, visto l'aumento della domanda, ne è stato drasticamente ridotto lo spazio per fare posto a diversi ambulatori. La struttura dovrebbe essere ampliata, in modo di avere uno spazio sufficientemente idoneo. In alternativa si potrebbe costruire un edificio adiacente o addirittura pensare di uscire dal Centro di Sanità mentale e trovare un locale adatto allo scopo. Attualmente il Centro è seguito da un infermiere professionale e una educatrice. Quando queste persone vanno in ferie o si ammalano non vengono sostituite e, fino al loro rientro, i pazienti che frequentano il Centro sono costretti a rimanere a casa. Prevedere un figura che sostituisca, al bisogno, il suddetto personale garantirebbe il servizio in modo continuativo. Inoltre si potrebbe prevedere l'assunzione di un ulteriore figura professionale, in modo da accogliere più pazienti (che non mancano) e aumentare il tempo di permanenza degli stessi nella struttura. Sarebbe utile la disponibilità di un pulmino in grado di trasportare 8/9 persone; ciò permetterebbe agli operatori di organizzare qualche uscita di gruppo, oltre che a trasportare i pazienti che hanno necessità, dall'abitazione alla struttura e viceversa."

IdV Gualtieri

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