La Scuola Pubblica e le famiglie soffrono
Come dovrebbe essere la Scuola ideale? Questa domanda, rivolta a un soggetto che non vive la realtà scolastica, darà origine a risposte fantasiose, forse interessanti, ma quasi certamente irrealizzabili.
Alla stessa domanda, i soggetti che vivono la Scuola in prima persona, insegnanti e alunni in primis, daranno risposte molto più concrete. Da loro, dai soggetti che vivono la Scuola in modo attivo, la Politica deve attingere per una riforma seria e positiva della Scuola Pubblica. Non può essere la Politica a indicare le linee del cambiamento, o almeno non da sola.
Purtroppo, in questi mesi, la Scuola pubblica sta subendo un feroce attacco, rivoltogli da una parte politica. Dopo gli “scossoni” dati dal Ministro Moratti, e non corretti dal Ministro Fioroni, è arrivato il terremoto prodotto dal Ministro Gelmini, che ha firmato l’attuale riforma (si nutrono molti dubbi che sia anche la vera autrice). Una riforma scolastica seria non può avere come unico obiettivo il taglio di 87.000 posti di lavoro, passando attraverso un illusorio ritorno al maestro unico e la reintroduzione del grembiulino. E’ chiaro che si sta puntando su un richiamo nostalgico, allo scopo di ottenere consensi.
Nei fatti, si vuole disconoscere in modo sfacciato che la Società è cambiata. La Scuola invece è rimasta vincolata a vecchi schemi e oggi paga le conseguenze di questo suo immobilismo.
L’arrivo di migliaia di immigrati, se da un lato ha favorito lo sviluppo industriale, ha ulteriormente aggravato la profonda crisi in cui versa la Scuola Pubblica.
L’introduzione del’obbligo scolastico fino a 16 anni ha creato un nuovo disagio alla Scuola Pubblica. Penso che questa regola abbia contribuito a rendere umiliante il percorso scolastico di tanti ragazzi che non amano lo studio tradizionale, ma sono costretti ad andare a scuola fino a 16 anni contro la loro volontà, magari “spinti” a studiare dai genitori, solo per un inconscio orgoglio da parte di questi ultimi. Questo tipo di ragazzi non si adatta allo schema scolastico tradizionale e, di conseguenza, vive male il percorso scolastico rendendo più difficile il compito degli insegnanti e rallentando il lavoro dei compagni predisposti allo studio.
Occorre prevedere un percorso diverso per questi giovani; ad esempio, potrebbero essere inseriti nel mondo del lavoro attraverso particolari convenzioni con le imprese che, a loro volta, riceverebbero il vantaggio di garantirsi manodopera specializzata. Una forma di apprendistato con caratteristiche scolastiche.
Penso che il cambiamento della Società sia stato quantomeno mal gestito dai nostri governanti. I genitori, che in passato avevano il ruolo di guida per i figli, messi sotto pressione dal lavoro e altro, in questi anni non riescono più ad adempiere, in modo ottimale, al ruolo di educatori. E questo si ripercuote negativamente sul comportamento dei figli, sia all’interno della scuola che nella vita pubblica.
La Scuola, che ha il compito di formare i nuovi cittadini, si è trovata di colpo, in tanti casi, a dovere sostituire i genitori. La vecchia classe politica, che ha amministrato per decenni l’Italia, ha delle responsabilità enormi nei confronti delle famiglie italiane. I vari governi che si sono succeduti non hanno mai affrontato una politica a sostegno dei bisogni delle famiglie.
Oggi la situazione è seria, e sarebbe compito dell’attuale classe politica porre rimedio a questo fallimentare stato di cose. Purtroppo, qualche governante è troppo impegnato a sistemare le proprie faccende personali per pensare di aiutare le famiglie.
Per migliorare la Scuola Pubblica, è assolutamente necessario che i genitori si riapproprino del ruolo di educatori dei propri figli; per fare questo, è improrogabile il sostegno dello Stato alle famiglie.
L’attuale Governo ha purtroppo dimostrato una mancanza di sensibilità verso i reali bisogni della Scuola Pubblica. Se non si tratta di incapacità, allora si potrebbe pensare a una strategia che ha come obiettivo l’indebolimento della Scuola Pubblica, allo scopo di spingere chi vuole studiare e insegnare, nel senso pieno del termine, verso la Scuola Privata. La Scuola Pubblica ha bisogno di risorse umane motivate, che vivano con soddisfazione il proprio ruolo. Ci sono tanti validissimi insegnanti demotivati. Tanti hanno come unico stimolo lo stipendio che gli consente di “tirare a campare”.
Per poter progredire, uno Stato ha necessità di governanti esemplari, capaci di soddisfare i bisogni dei cittadini, di una Scuola Pubblica efficiente in grado di formare le nuove generazioni sulla base della meritocrazia, di imprese capaci di costruire lavoro, di famiglie in grado di educare e seguire la crescita dei propri figli. A noi Italiani cosa manca? ...
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